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Il segmento testuale Camera del Lavoro è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 43Entità Multimediali , di cui in selezione 10 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 699

Brano: [...]Questa fuga dalle campagne, iniziata con la fine del secolo precedente e diretta verso il capoluogo lombardo in fase di rapida evoluzione industriale (basti pensare che tra il 1896 e il 1906 il numero dei lavoratori addetti all'industria salì dal 26 al 36%, mentre quelli impiegati nei lavori dei campi diminuì dal 54 al 42%), lasciava comunque alla terra uomini ben decisi a strappare migliori condizioni di lavoro. La lotta venne organizzata dalla Camera del Lavoro (che si era ricostruita dopo la repressione del 1898) e dalla Lega cattolica del lavoro. Complessivamente si ebbero 68 scioperi in 48 comuni e le astensioni dal lavoro interessarono non solo salariati, ma anche affittuari e mezzadri. Le forme di lotta e le rivendicazioni assunsero di volta in volta aspetti diversi secondo il tipo di contratto.

A Milano, la Camera del Lavoro poteva contare su oltre 100 sezioni e su quasi 20.000 iscritti. Per contro, l'organizzazione cattolica non era riuscita ancora a inserirsi profondamente nel mondo del lavoro, anche per l’opposizione dei socialisti che tendevano a mantenere intatta la loro egemonia sulla classe lavoratrice. Proprio in questo periodo fu avviata da parte del P.S.I. una vasta polemica contro le organizzazioni cattoliche e contro il clero, indicato come uno dei più spietati nemici dei lavoratori.

I successi degli scioperi nelle campagne del Milanese favorirono la penetrazione capillare delle leghe di resistenza[...]

[...]el lavoro, anche per l’opposizione dei socialisti che tendevano a mantenere intatta la loro egemonia sulla classe lavoratrice. Proprio in questo periodo fu avviata da parte del P.S.I. una vasta polemica contro le organizzazioni cattoliche e contro il clero, indicato come uno dei più spietati nemici dei lavoratori.

I successi degli scioperi nelle campagne del Milanese favorirono la penetrazione capillare delle leghe di resistenza aderenti alla Camera del Lavoro di Milano e restrinsero il campo di influenza dei cattolici. Le classi padronali, seriamente preoccupate dagli avvenimenti e deluse dal governo che in quella occasione aveva abbandonato la tradizionale politica di intervento al

fianco dei padroni (era cosa consueta l'invio di truppe che si sostituissero ai lavoratori in sciopero nel lavoro dei campi), decisero di organizzarsi per difendere i propri interessi: nell’agosto 1901 venne fondata a Milano un’associazione di proprietari terrieri e di fittavoli presieduta dal marchese Carlo Ottavio Cornaggia.

Non pare strano che uno dei primi pr[...]

[...]ioni per far fronte alla concorrenza del mercato europeo: ad esempio, non era più sufficiente ridurre le colture da estensive a intensive, ma occorreva dare inizio a una vera e propria industrializzazione dell’agricoltura. A questo proposito va detto che la classe lavoratrice non si dimostrò insensibile, ma anzi si rese interprete delle esigenze di rinnovamento.

In una riunione dei Comitato della Federterra svoltasi nel febbraio del 1904 alla Camera del Lavoro di Milano, fu sollecitata « una agitazione nelle campagne per ottenere una immediata esecuzione dei lavori pubblici e l’obbligatorietà — mediante una legge — di una cura più intensa dei campi, conforme ai progressi della scienza agraria ». Evidentemente le organizzazioni di classe dei contadini ritenevano che un miglioramento nella condizione dei terreni realizzato da proprietari e fittavoli avrebbe favorito la produzione e di conseguenza l’impiego di mano d’opera nelle campagne.

L’industria nazionale trovò nuovo slancio nella formazione dei trust protetti dallo Stato e nella partecipazion[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 13

Brano: Napoli

La Stazione ferroviaria di Napoli occupata dalle truppe durante uno sciopero di ferrovieri (aprile 1905)

A Torre Annunziata operava in quegli stessi anni Gino Alfani, futuro deputato locale. Alla Camera del Lavoro era presente Bruno Buozzi (v.) che, con l’appoggio della locale Sezione socialista, guidò il grande sciopero delle Ferrovie del Vesuvio, durato oltre 8 mesi (agosto 1912maggio 1913) ed esploso per protesta contro il licenziamento di un operaio.

Nel 1914, in seguito al successo separatamente conseguito dalle liste di opposizione nelle prime elezioni a suffragio allargato del 1913, si costituì a Napoli un « Blocco popolare » comprendente, oltre a democratici e a massoni, i socialisti usciti dal loro partito dopo il congresso nazionale di Ancona.

Nel 1914 ebbe luogo anche a Napoli lo sciop[...]

[...]ni subentrate all’interno del Blocco popolare, la gestione democratica del Comune entrò in crisi. Nel 1919 si ebbe anche a Napoli una forte offensiva operaia. Il 18 gennaio iniziò il vittorioso sciopero per ottenere la giornata lavorativa di 8 ore e, nel maggio, seguì quel

lo detto « dei 45 giorni ». Partito dall’llva, questo sciopero si estese per qualche giorno ad altre categorie di lavoratori, ma l’accordo poi sottoscritto da Buozzi per la Camera del Lavoro lasciò molto scontento tra gli operai.

Il 7.7.1919 esplosero a Napoli, come in tutto il resto del Paese, i moti contro il carovita: si ebbero saccheggi e una situazione caotica che rivelò serie carenze di direzione da parte dei sindacati e del Partito socialista. Tra il 20 e il 21 luglio fu poi proclamato Io « sciopero internazionale » in appoggio alla Russia sovietica e alle altre repubbliche socialiste, ma non tutte le categorie vi aderirono. In concomitanza con la marcia dannunziana su Fiume si ebbero a Napoli alcune agitazioni, ma l’attenzione pubblica era rivolta soprattutto alle immi[...]

[...]elezioni del 16.11.1919. I socialisti si presentarono divisi: da una parte YUnione socialista napoletana, raggruppante i militanti usciti dal partito per

potersi alleare con i massoni al tempo della alleanza « bloccarda » (Arnaldo Lucci, Labriola etc.), dall’altra il P.S.U. che, diretto da Bordiga, aveva influenza su alcune categorie di lavoratori, in particolare metallurgici e tranvieri.

Albori del fascismo

Dall’immediato dopoguerra la Camera del Lavoro era diretta da comunisti. L’influenza del sindacalista Francesco Misiano (v.) si affermò all’interno del Partito socialista, contrastando quella di Bordiga, in particolare sulla questione dell'astensionismo. Intanto la borghesia napoletana andò organizzandosi: l’industriale tessile Bruno Canto (proprietario, tra l’altro, del quotidiano Il Mezzogiorno che nel 1923 diventerà organo ufficiale del fascio) ottenne la collaborazione dei giornalisti Silvano Fasu lo (corrispondente da Napoli de « Il Popolo d’Italia ») e Floriano, del « Secolo ». Passarono nelle file fasciste anche gli industriali Mau[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 357

Brano: Firenze

S8&IERÀ DEL lavoro

FIRENZE E PROVINCIA

Cartolinaricordo della Camera deK Lavoro di Firenze, con la riproduzione di un dipinto del prof. Tito Lessi, dal titolo « La Tessera » (1905)

Consiglio Crispi colpì duramente l’Unione socialista fiorentina, la Camera del Lavoro, la Federazione regionale socialista della Toscana e decine di sezioni e leghe sindacali in Firenze e provincia, che videro i loro dirigenti arrestati e processati. Tuttavia, malgrado la reazione crispina, nelle elezioni politiche del 1895 i socialisti, pur presentandosi per la prima volta, conseguirono lusinghiere affermazioni.

Lotte sociali

Negli anni successivi si ebbe un’intensa e continua partecipazione socialista alle lotte, particolarmente a quelle seguite al licenziamento di 600 lavoratori e lavoratrici della Manifattura Tabacchi; e alle grandi agitazioni delle trecciatole, prot[...]

[...] e in numerosi centri della provincia, fu repressa duramente, oltre che dalle forze di polizia, da reparti dell’esercito, soprattutto di cavalleria. Molte decine di trecciaiole arrestate furono difese nei processi dal socialista Pescetti, che si acquistò così una larga popolarità. L’agitazione si concluse con l’applicazione di migliori tariffe e con

la costituzione di una commissione (di cui entrò a far parte di diritto

il segretario della Camera del Lavoro di Firenze) per svolgere una inchiesta sulle condizioni dell’industria della paglia.

I risultati dell’attività deH'Unione socialista fiorentina si videro nelle elezioni politiche del 1897: a Sesto Fiorentino il candidato socialista Pescetti batté largamente l’industriale Ginori, titolare della locale manifattura di ceramiche.

'Sopravvenuta la grave crisi economica del 189798, che scosse tanta parte dell’Italia, anche in provincia di Firenze si ebbero tumulti e repressioni. A Sesto Fiorentino, nel corso di una manifestazione popolare contro l’aumento del prezzo del pane, la polizia sparò[...]

[...] appoggio, il 29 agosto fu proclamato uno sciopero generale cui partecipò compatta l’intera città: tutti gli stabilimenti rimasero chiusi e i servizi pubblici si fermarono; i giornali, compresa La Nazione, furono obbligati a sospendere le pubblicazioni, mentre squadre di operai vigilavano per impedire il crumiraggio organizzato dai padroni. Venne così a dimostrarsi la forza assunta dal movimento socialista (che aveva la sua chiave di volta nella Camera del Lavoro) e a manifestarsi la ferma volontà delle masse popolari di por fine alle misere condizioni di vita in cui si trovavano. La vertenza sindacale (con grande allarme della borghesia cittadina) costituì un’impressionante prova di forza e potè essere repressa soltanto con l’intervento dell’esercito, ordinato dal presidente del Consiglio Giovanni Giolitti: ogni piazza del centro e del popolare quartiere di San Frediano fu occupata dalla cavalleria. Lo sciopero generale fu infine stroncato il 3 settembre. Dopo quel grande sciopero, gli esponenti della borghesia cittadina (dai cattolici ai liberali) d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 703

Brano: [...]cialista.

L'assalto fascista (agosto 1922)

Cercando appunto una soluzione « legalitaria » al problema politico posto dall’assalto fascista contro le organizzazioni dei lavoratori, VAIleanza del lavoro (v.) decise improvvisamente di proclamare uno sciopero generale per i primi due giorni dell'agosto 1922. Le condizioni in cui tale sciopero veniva proclamato erano di assoluta impreparazione: a Milano, sia la redazione dell’« Avanti! » che la Camera del Lavoro erano all’oscuro di tutto. Per di più, la notizia di proclamare uno sciopero generale venne divulgata, con un anticipo di ventiquattro ore, dal quotidiano socialista genovese Il Lavoro, cosa che consentì ai fascisti di mobilitare tempestivamente le loro organizzazioni per far fallire l’agitazione: Milano, da lungo tempo sede di amministrazione comunale socialista, venne da loro scelta per una provocatoria contromanifestazione e i fascisti decisero di far affluire nel capoluogo lombardo squadre armate anche dalle vicine province di Mantova, Cremona, e dalla Lomellina.

Conclusosi lo sciopero[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 739

Brano: [...]a figure di patrioti del Risorgimento, tra cui Francesco Montanari, aiutante di campo di Garibaldi e caduto a Calatafimi.

Lotte operaie e antifasciste

Dopo l’Unità d’Italia e soprattutto a cavallo del secolo, da qui e dalla vicina Finale Emilia trasse origine un vigoroso movimento di lotta dei lavoratori (soprattutto braccianti) che, guidati dal finalese Gregorio Agnini (v.) si orientarono verso il socialismo. Nel 1902 sorse a Mirandola la Camera del Lavoro e nello stesso periodo si costituirono le prime cooperative. Nel 1909 il Comune fu conquistato dai socialisti.

Sebbene le organizzazioni sindacali e cooperative venissero distrutte negli anni del primo dopoguerra dalla violenza squadrista e poi assoggettate al regime fascista, l’opposizione al fascismo non fu mai del tutto spenta e diede alla lotta protagonisti come il medico socialista Mario Merighi, il sindacalista Giuseppe Luppi, lungamente perseguitato dal regime, e don Zeno Saltini, il popolare parroco di San Giacomo Roncole.



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 508

Brano: [...] fiorentina dal 1947 al 1949, senatore del P.S.I. dal 1953 al 1963, poi vicesegretario dell’Associazione ItaliaU.R.S.S.. Nel 1966 fu tra i fondatori del Movimento socialista autonomo e nel 1972 passò nelle fila del P.C.I..

Busoni, Raffaello

N. a Empoli (Firenze) 1*8.10.1876, m. a Firenze l’11.2.1957; calzolaio.

In ancor giovane età (1895) fu tra i dirigenti del P.S.I. a Empoli. Nel

1901 fondò (con l’operaio Paolo Caciagli e altri) la Camera del Lavoro locale, divenendone segretario e poi presidente.

L’impegno politico e sindacale non gli impedì di ottenere successi anche in campo imprenditoriale, tanto da organizzare su basi industriali la sua originaria attività artigiana di calzolaio.

Fu capogruppo socialista nel Consiglio comunale e, nel primo dopoguerra, difese il Municipio durante i fatti di Empoli (v.), riuscendo con la sua autorità a contenere le conseguenze di quei gravi disordini. Venne ugualmente arrestato con il figlio Jaurès (v.)F carcerato per 14 mesi e poi prosciolto dalle gravi imputazioni, ma costretto a lasciare la c[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 298

Brano: [...]lo sciopero generale del bestiame del 5 luglio 1920 nacque la doverosa necessità di maneggiare il manganello per scucuzzare le eccelse menti direttive dei vari "comitati rossi" e per far rientrare negli ovili tutto il gregge che si erano asservito con una propaganda di utopie ». (Cfr. A. Nannarelli, Vigilia fascista. Il fascio e la coorte orvietana di combattimento 19201922, Roma, s.d. pp. 2526). Tra il 1920 e il 1921 furono infatti distrutti la Camera del Lavoro e il Circolo ricreativo del Partito socialista. Furono manganellati e « purgati »> con olio di ricino comunisti, socialisti e cattolici popolari, in un clima di terrore.

L'11.11.1921 un gruppo di Camicie nere dell’Emilia che avevano preso parte al l Congresso nazionale fascista a Roma, nel viaggio di ritorno (evidentemente invitati dai camerati locali) sostarono in Orvieto per effettuarvi una spedizione punitiva. In Via San Paolo fermarono un automezzo addetto al trasporto delle merci tra lo scalo ferroviario e il centro urbano, alla cui guida era l’operaio Giovanni Ciuco. Poiché, nel perq[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 163

Brano: [...] di Pallanza, Vercelli e Novara. La Sezione stampa della lega novarese stampava il foglio L’Unione operaia ed era affiancata da una associazione di miglioramento tra tessitrici, chiamata Società delle soreIJe del lavoro. Sempre a Novara fu promotrice del P.O.I. YAssociazione dei tipografi, fondata nel 1875 e guidata da Vittorio Ferrandi. Essa pubblicò dal 1882 al 1884 II Progresso.

Dal 1881 esisteva a Novara il Consolato Operaio, una sorta di Camera del Lavoro ante litteram, cui facevano capo le leghe di mestiere ancora esistenti: dei tipografi, dei metallurgici, dei ferrovieri, dei cappellai, degli scalpellini e dei fornaciai.

Egemone nella sinistra era in quegli anni il Movimento di democrazia radicale (guidato da Felice Cavallotti), che si può far risalire al vercellese Luigi Guala, deputato della Sinistra storica nel 1870 e animatore dei fogli mazziniani Goffredo Mameli, Èva redenta, La Sfinge. Principali esponenti del Movimento nel Biellese erano i deputati Luigi Guelpa e Isidoro Frignocoa\ a Novara, Attillo Carotti e Francesco Massa, nonch[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 79

Brano: [...]lvatore Rebecchini diventa sindaco di Roma grazie ai voti missini confluiti sul candidato democristiano.

12.11: Attentato contro la Federazione comunista di Milano.

15.11: Attentato fascista contro Dario Grassi, operaio della Breda di Sesto San Giovanni.

3.12: Stanis Ruinas fonda la rivista neofascista « Il Pensiero Nazionale ».

1948

9.2: A San Ferdinando di Puglia, alcune persone sono uccise duran

te un raid fascista contro la Camera del Lavoro e contro le sedi dei partiti di sinistra.

19.2: Riunione a Roma di industriali e alti ufficiali dell’Esercito sotto la presidenza di Giuseppe Piéche (generale ed ex agente dell’O.V.R.A.). Viene decisa la costituzione di un’organizzazione armata di agenti provocatori.

23.3: A San Severo di Puglia, la popolazione insorge per protestare contro la celebrazione fascista del 3T anniversario della fondazione dei Fasci di combattimento. I fasci* sti devastano le sedi dei partiti popolari. La polizia arresta numerosi militanti antifascisti.

29.3: Squadristi fascisti assassinano a Codogno (Mil[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 832

Brano: [...] in famiglia, erano sette fratelli), crebbe ai sentimenti socialisti nel clima rovente della Novara « rossa » del primo dopoguerra.

Nel settembre 1920 prese parte all’occupazione dello stabilimento Rumi, dove lavorava in qualità di garzone del fratello di «Pinéta» Rimola. Nel luglio 1922, durante la battaglia di Novara, fu tra i «fanciulli proletari » (in gran parte suoi compagni, apprendisti della Scotti Brioschi) che, a sassate, difesero la Camera del Lavoro dal primo assalto fascista. Nell’aprile 1925 organizzò, con uno stratagemma, lo sciopero degli apprendisti delle Officine Meccaniche Novaresi. Licenziatosi dallo stabilimento Rumi, insieme a Rimola trovò lavoro aW'Alfa Romeo di Milano, dove si era occupato anche « Pinin » Giarda, già dirigente dei metallurgici novaresi e, nel 1921, primo segretario della Sezione comunista di Novara. Poi, presi di mira dai fascisti in seguito a uno sciopero, Moscatelli e Rimola si trasferirono alla Cerutti di via Stelvio, in Milano.

Nel 1925, introdotto da Rimola, Moscatelli entrò a far parte dell'organizza[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Camera del Lavoro, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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