Brano: Napoli
La Stazione ferroviaria di Napoli occupata dalle truppe durante uno sciopero di ferrovieri (aprile 1905)
A Torre Annunziata operava in quegli stessi anni Gino Alfani, futuro deputato locale. Alla Camera del Lavoro era presente Bruno Buozzi (v.) che, con l’appoggio della locale Sezione socialista, guidò il grande sciopero delle Ferrovie del Vesuvio, durato oltre 8 mesi (agosto 1912maggio 1913) ed esploso per protesta contro il licenziamento di un operaio.
Nel 1914, in seguito al successo separatamente conseguito dalle liste di opposizione nelle prime elezioni a suffragio allargato del 1913, si costituì a Napoli un « Blocco popolare » comprendente, oltre a democratici e a massoni, i socialisti usciti dal loro partito dopo il congresso nazionale di Ancona.
Nel 1914 ebbe luogo anche a Napoli lo sciop[...]
[...]ni subentrate all’interno del Blocco popolare, la gestione democratica del Comune entrò in crisi. Nel 1919 si ebbe anche a Napoli una forte offensiva operaia. Il 18 gennaio iniziò il vittorioso sciopero per ottenere la giornata lavorativa di 8 ore e, nel maggio, seguì quel
lo detto « dei 45 giorni ». Partito dall’llva, questo sciopero si estese per qualche giorno ad altre categorie di lavoratori, ma l’accordo poi sottoscritto da Buozzi per la Camera del Lavoro lasciò molto scontento tra gli operai.
Il 7.7.1919 esplosero a Napoli, come in tutto il resto del Paese, i moti contro il carovita: si ebbero saccheggi e una situazione caotica che rivelò serie carenze di direzione da parte dei sindacati e del Partito socialista. Tra il 20 e il 21 luglio fu poi proclamato Io « sciopero internazionale » in appoggio alla Russia sovietica e alle altre repubbliche socialiste, ma non tutte le categorie vi aderirono. In concomitanza con la marcia dannunziana su Fiume si ebbero a Napoli alcune agitazioni, ma l’attenzione pubblica era rivolta soprattutto alle immi[...]
[...]elezioni del 16.11.1919. I socialisti si presentarono divisi: da una parte YUnione socialista napoletana, raggruppante i militanti usciti dal partito per
potersi alleare con i massoni al tempo della alleanza « bloccarda » (Arnaldo Lucci, Labriola etc.), dall’altra il P.S.U. che, diretto da Bordiga, aveva influenza su alcune categorie di lavoratori, in particolare metallurgici e tranvieri.
Albori del fascismo
Dall’immediato dopoguerra la Camera del Lavoro era diretta da comunisti. L’influenza del sindacalista Francesco Misiano (v.) si affermò all’interno del Partito socialista, contrastando quella di Bordiga, in particolare sulla questione dell'astensionismo. Intanto la borghesia napoletana andò organizzandosi: l’industriale tessile Bruno Canto (proprietario, tra l’altro, del quotidiano Il Mezzogiorno che nel 1923 diventerà organo ufficiale del fascio) ottenne la collaborazione dei giornalisti Silvano Fasu lo (corrispondente da Napoli de « Il Popolo d’Italia ») e Floriano, del « Secolo ». Passarono nelle file fasciste anche gli industriali Mau[...]